I miracoli di Gesù

(061)

Il paralitico della piscina di Betsaida (225.3)

Gesù si volge intorno e vede un paralitico sul suo lettuccio che piange piano. Gli va vicino, si curva e lo carezza domandandogli: "Piangi?"
"Si, nessuno pensa mai a me. Sto qui, sto qui, tutti guariscono, io mai. Sono trentotto anni che giaccio sul dorso, ho consumato tutto, mi sono morti i miei, ora sono di peso ad un parente lontano che mi porta qui al mattino, mi riprende la sera... Ma come gli pesa farlo! Oh! vorrei morire!"
"Non ti desolare. Tanta pazienza e fede hai avuto! Dio ti esaudirà."
"Lo spero.. ma vengono momenti di sconforto. Tu sei buono. Ma gli altri... Chi è guarito potrebbe, in ringraziamento a Dio, star qui a soccorrere i poveri fratelli..."
"Dovrebbe farlo, infatti. Ma non avere rancore. Essi non ci pensano. Non è malanimo il loro. E' la gioia di essere guariti che li rende egoisti. Perdonali..."
"Tu sei buono. Tu non faresti così. Io mi sforzo a trascinarmi con le mani fino là, quando la vasca è mossa. Ma sono sempre preceduto da un altro, e presso l'orlo non ci posso stare; sarei calpestato. E anche stessi là chi mi calerebbe? Se ti avevo visto prima lo chiedevo a Te..."
"Vuoi proprio guarire? Allora alzati! Prendi il tuo letto e cammina!" Gesù si è rialzato per dare il comando, e pare che alzandosi alzi anche il paralitico, perchè questi sorge in piedi e poi fa uno, due, tre passi, quasi incredulo, dietro a Gesù che se ne va, e visto che cammina proprio, ha un grido che fa volgere tutti.
"Ma chi sei? In nome di Dio, dimmelo! L'angelo del Signore forse?"
"Io sono di più di un angelo. Il mio nome è Pietà. Va' in pace."

Betsaida